 Cambia la “calzamaglia” ma la “sostanza” no Diabolik - Ginko all'attacco I Manetti Bros e il loro fumetto-vivant falliscono un’altra volta
di Roberto Leggio Dopo una rapina favolosa, Diabolik viene messo alle strette da Ginko, che ha escogitato un piano geniale per incastrarlo. Tramite uno stratagemma l’ispettore riesce a scoprire il rifugio dove il Re del Terrore e Eva Kant hanno raccolto tutta la refurtiva accumulata negli anni. Costretti a fuggire alla trappola che l’astuto Ginko a teso loro, Diabolok riesce a fuggire ma deve abbandonare Eva, che per sottrarsi alla cattura si tuffa nel fiume. Convinto che il criminale prima o poi si farà nuovamente vivo, l’ispettore fa sorvegliare il laboratorio rifugio dai suoi uomini. Lo contatta però proprio Eva Kant, che si vuole vendicare dopo essere stata tradita proponendogli un accordo per catturare Diabolik. Nel frattempo l’ispettore deve affrontare l’arrivo a Clearville di Altea, duchessa di Vallemberg, la donna con cui ha una storia d’amore segreta.

Errare humanum est, perseverare diabolicum. Alla sua seconda avventura cinematografica, Diabolik (ri)fallisce il colpo. Abbandonata da Luca Marinelli, la calzamaglia del Re del Terrore questa volta è vestita da Giacomo Gianniotti. Dopo il semifallimentare primo capitolo, ci si aspettava dai Manetti Bros. un cambio radicale di registro. Rendere più fruibile al pubblico di oggi, le malefatte del criminale più astuto e inarrestabile di tutti i tempi. Ed invece eccoci di nuovo con dialoghi da fumetto che provocano comicità involontaria, staticità di recitazione (sempre che ci sia stata recitazione) e una sceneggiatura senza guizzo alcuno. Tratto dal numero 16 della serie originale, vede la caccia serrata che Ginko da a Diabolik dopo che è riuscito a scoprire due suoi rifugi; di cui uno zeppo di tutte le “ruberie” perpetrate negli anni dall’inafferrabile criminale. Va da se che con una sceneggiatura del genere i Manetti Bros. avevano tra le mani la chiave di volta per gestire un buon film rocambolesco e più dinamico. Ed invece arranca noioso senza un briciolo di azione e tensione (è un “giallo” diamine!), ma con alcune punte di “romanticismo” delle due coppie Diabolik-Eva Kant e Ginko-Altea di Vallemberg, uniti-divisi dalle proprie scelte, diventando un “volontario” non comic-movie. Ne resta un film per sciure (signore) ingioiellate ed impellicciate che di cinema ne capiscono poco e niente (ma che sognano forse di essere derubate da Diabolik). Questo secondo episodio, ancora più traballante del primo (tanto che siamo ancora a desiderare il Diabolik di Mario Bava per il suo inarrivabile gusto naive) è purtroppo un pasticciaccio brutto, che troverà (speriamo) un “cosi sia” nel terzo episodio in uscita con molta probabilità alla fine dell’anno prossimo. Amen.
Giudizio: *

(Sabato 12 Novembre 2022)
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