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Quando il battesimo sancisce la violazione di un corpo

Rapito

L’inquietante intreccio tra politica e la religione ai tempi de Papa Re


di Roberto Leggio


Nel 1858, nel quartiere ebraico di Bologna, i soldati del Papa irrompono nella casa della famiglia Mortara. Per ordine del cardinale, sono andati a prendere Edgardo, il loro figlio di sei anni. Secondo le dichiarazioni di una domestica, ritenuto in punto di morte, a sei mesi, il bambino era stato segretamente battezzato. La legge papale è inappellabile: deve ricevere un'educazione cattolica. I genitori di Edgardo, sconvolti, faranno di tutto per riavere il figlio. Sostenuta dall'opinione pubblica e dalla comunità ebraica internazionale, la battaglia dei Mortara assume presto una dimensione politica. Ma il Papa non accetta di restituire il bambino. Mentre Edgardo cresce nella fede cattolica, il potere temporale della Chiesa volge al tramonto e le truppe sabaude conquistano Roma.


La violazione del corpo e della religione. Riflessione sulla privazione della libertà di culto (ma anche delle ideologie), Marco Bellocchio dirige un esplosivo capolavoro sulla crudeltà della chiesa ai tempi di Pio IX (il papa re) che sottrae ad una famiglia ebraica un figlioletto di sei anni che è stato battezzato di nascosto da una donna di servizio e quindi una pecorella a cui sarà dato in eredità il paradiso. In tempi di fine del Potere Temporale della Chiesa, la storia vera di Edgardo Mortara, diventa l'emblema di una struttura (il papato e la religione cattolica in generale) che ha bisogno di innocenti per rafforzare credibilità e potere in un mondo al collasso. Bellocchio affonda la lama nel dispotismo (qualsiasi) dove il tema del sequestro e l'indottrinameto di un seienne è il riflesso della tirannia sugli uomini (perfino sulla comunità ebraica che instaurano una lotta contro il potere del Vaticano) ai quali nemmeno la legge italiana può salvare. Più potere politico che religioso il caso del bambino Mortara diventa inquietante critica sull’insinuante legame che Pio IX instaura col piccolo Edgardo, che cerca di sopravvivere alla perdita dei suoi affetti, roso da sensi di colpa e lampi di libertà. Girato in maniera impeccabile con inquadrature che ricordano pittori secentesci (il Papa con il bimbo in braccio) e Giovanni Fattori (i bersaglieri nella nebbia nell'attesa di sfondare a Porta Pia), il film di Marco Bellocchio è magia per gli occhi e per la mente, concepito per sottolineare l'operato della chiesa cattolica che con il proselitismo ha tentato di accapararsi più anime possibili. Film laico fino al midollo, Rapito ha nel suo humus un parallelo con J'accuse del caso Dreyfuss di Emile Zola. Anche lì un francese ebreo creò un caso mediatico mondiale. Lui venne liberato e riammesso nell'esercito francese. Edgardo Mortara abbandonato del tutto l’ebraismo (ma con un certo tormento), morì quasi novantenne fervente cattolico, disconosciuto perfino dalla madre sul letto di morte. Segnale che ogni religione ha colpe antiche. Difficili da giustificare.

Giudizio:****



(Venerdì 26 Maggio 2023)


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