Monica perde la memoria e cerca di ridare un senso alla sua vita attraverso i personaggi interpretati della sua omonima, Monica Vitti. Edoardo, che la ama profondamente, lascia che questo gioco diventi la loro nuova vita.

Perdere la memoria, recuperarla e sovrapporla. Roberta Torre, omaggia Monica Vitti attraverso il corpo e la mente (che pian piano svanisce) di Monica (Alba Rohrvacher), in un film poetico e toccante che è un viaggio in un cinema italiano che non ci sarà più. L'opera penetra nelle maglie di un rapporto d'amore (destinato.a dissolversi a causa dell malattia) dove un marito Edoardo (Filippo Timi) cerca di rattoppare attraverso i film di Monica Vitti, attrice che ha spaziato dal dramma alla commedia con multiforme vivacità. Nell’aggraparsi alla vita, la donna diventa l’attrice: veste allo stesso modo, usa la stessa acconciatura, recita le stesse battute, immagina che il marito interpreti i suoi comprimari. Il film è un feedback di emozioni, perché sono solo quelle che restano vive nei malati della sindrome di Korsakoff. Roberta Torre, attraverso un montaggio incrociato di immagni tratte dai film della grande attrice italiana, individua (senza citarlo mai) la stessa perdita di coscienza e memoria che portò la Vitti alla morte. Per questo la sua opera è un possente percorso suggestivo che attraversa due esistenze destinate a salire la scala verso le stelle, ritrovandosi un buio oblio, di pace e serenità e liberazione.

Giudizio ***1/2

(Domenica 22 Ottobre 2023)

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